Abstract: Il rapporto tra il diritto penale e le tecnologie informatiche trova la sua piena concretizzazione nei reati informatici. I più autorevoli organismi internazionali (dall’OCSE, al Consiglio d’Europa, fino all’Unione europea, per restare nell’ambito continentale) e poi i legislatori di quasi tutti i paesi occidentali, sono intervenuti spesso in modo disorganico, ed a ondate successive, a seconda delle diverse urgenze, a regolare i fenomeni rientranti nel c.d. diritto penale dell’informatica. Dopo una breve rassegna delle principali fonti sovranazionali e nazionali in materia, saranno analizzate le fattispecie più rilevanti di reati informatici “in senso stretto”, quali ad es. l’accesso abusivo ad un sistema informatico (art. 615-ter c.p.), la frode informatica (art. 640-ter e 640-quinquies c.p.), i danneggiamenti informatici (artt. da 635-bis a 635-quinquies c.p.).
Saranno, poi, prese in esame fattispecie di reati informatici in senso ampio (vale a dire che possono realizzarsi anche mediante strumenti informatici o su oggetti informatici), quali, tra gli altri, quelli in tema di pornografia minorile o quelli di diffamazione on line. Successivamente si esamineranno, inquadrandoli nelle possibili fattispecie di riferimento, fenomeni estremamente diffusi quali ad es. il phishing o il sexting.
Oggetto di attenzione saranno soprattutto gli aspetti problematici che connotano tali delitti (a cominciare da quelli in tema di luogo di consumazione e di competenza territoriale) e le soluzioni offerte dalla giurisprudenza di legittimità o di merito. Saranno trattati anche i profili di responsabilità penale riguardanti gli Internet Service Providers.
Speaker: Raffaele Gargiulo
Affiliation: Magistrato ordinario, assistente di studio alla Corte Costituzionale
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